Radioterapia salva-vita per i tumori ma le apparecchiature sono vecchie - Corriere.it

2022-09-17 06:49:42 By : Mr. kong kingllen

Uno scenario nel complesso positivo (ma disomogeneo lungo il territorio nazionale), che risponde attivamente ai bisogni dei pazienti affetti da tumore . La radioterapia italiana non ha nulla da invidiare a quella dei Paesi europei ad alte risorse. Ma il censimento annuale condotto da dall’Associazione italiana di radioterapia e oncologia clinica (Airo) evidenzia alcune criticità «che bisognerà risolvere in tempi rapidi, se vogliamo essere pronti ad affrontare l’aumento della domanda che, secondo una stima della Società europea di radioterapia, arriverà entro il 2025 con un incremento di oltre il 15% dell’indicazione alla radioterapia per i pazienti oncologici: sempre di più la radioterapia trova impiego sia nei tumori in fase iniziale che nei pazienti metastatici, prolungando la sopravvivenza e migliorando la qualità di vita» sottolinea Vittorio Donato , presidente di Airo e direttore della Divisione di Radioterapia all’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. Prima fra tutte l'anzianità di troppi dei nostri macchinari. Quelli nuovi, più potenti e precisi, sono anche più veloci: questo permette di ridurre i cicli fino a dimezzare il numero di sedute o ridurle di un terzo e in qualche caso si può arrivare anche a una singola seduta.

Il 30% delle macchine ha più di 12 anni

Nel dettaglio, l'indagine ha censito 183 centri di radioterapia pubblici e privati convenzionati (3 centri per milione di abitanti), la cui distribuzione è in linea con gli altri Paesi europei per quanto riguarda il Nord e il Centro, mentre al Sud si riscontra una carenza del numero delle macchine e delle Unità di radioterapia. «Riguardo la vetustà delle apparecchiature, il dato è piuttosto preoccupante: il 29% delle macchine ha più di 12 anni di anzianità — dice Donato —. Ovviamente c’è un’esigenza stringente per la radioterapia che oggi cura i tumori di rinnovare il parco macchine, soprattutto quelle che hanno superato i 10 anni di età. Solo avendo un adeguato supporto tecnologico con macchinari all’avanguardia si possono, per esempio, applicare i protocolli di stereotassi e ridurre i tempi di trattamento oppure effettuare una radioterapia guidata dalle immagini con maggiori vantaggi per i pazienti. Con l’incremento previsto della domanda, se non riusciremo ad aggiornare le apparecchiature e ad aumentare di almeno un 20% il parco macchine non riusciremo a curare tutte le persone che necessiteranno di radioterapia. Bisogna investire adesso sulle macchine che sono costose, ma durano 10 anni: in confronto alla spesa farmaceutica, il costo è molto ridotto. È necessario sensibilizzare i decisori politici e i direttori generali delle aziende sanitarie affinché capiscano l’importanza della radioterapia, che deve essere considerata alla stregua di un farmaco salva-vita».

Il radioterapista oncologo, medico e tecnico

La terapia radiante per la cura dei tumori si basa sull’utilizzo di macchine, gli acceleratori lineari, molto più sofisticate rispetto a  20 anni fa: i dati indicano che oggi molti più tumori vengono guariti rispetto al passato con l’esclusivo impiego di una radioterapia estremamente precisa e accurata. «La gestione del paziente in cui c’è un’indicazione alla radioterapia richiede l’esperienza e la competenza di un medico che a tutto tondo riesca a prendere in carico il paziente, imposti il programma terapeutico, in questo caso la terapia radiante, lo curi e, dopo la guarigione, lo segua nel follow up — chiarisce Vittorio Donato, che al San Camillo Forlanini è anche capo del Dipartimento di Oncologia e medicine specialistiche —. Per fare tutto questo è necessaria una figura professionale con una preparazione complessa. Oggi il radioterapista, a differenza del passato, dev'essere in grado di coniugare l’aspetto tecnico della sua disciplina con l’aspetto medico, clinico e biologico. Quindi, è una figura che si è enormemente evoluta negli ultimi decenni nell’acquisire tante informazioni e conoscenze non solo tecnologiche, ma che riguardano i tumori e le terapie farmacologiche: oggi il radioterapista dev'essere un bravo diagnosta, un ottimo radiobiologo, un esperto della terapia radiante, ma anche un oncologo competente. Oltre, naturalmente, ad avere  un dialogo costante con il team multidisciplinare sulle scelte che terapeutiche che riguardano il paziente e che sono integrate e condivise con le altre figure professionali quali il chirurgo o l’oncologo medico».

Precisa ed efficace come una chirurgia virtuale

La radioterapia oggi è indicata in oltre la metà dei malati di cancro : più di un paziente su due riceve un trattamento radioterapico che può essere prescritto prima o dopo l’intervento chirurgico , da solo o associato ad altre terapie oncologiche (per esempio farmaci). «La radioterapia può essere definita come una “chirurgia virtuale”, un trattamento localizzato nel quale la precisione è determinante — dice Barbara Jereczek , direttore della Divisione di Radioterapia all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e coordinatrice della commissione scientifica Airo —. A seconda del volume che viene trattato e della dose che viene somministrata, si ottiene un'efficacia diversa. Ogni paziente, ogni tipo di tumore riceve un trattamento personalizzato: più l'area da curare è circoscritta, più è possibile alzare la dose e renderla più efficace. Innovazione oggi significa identificare nel modo più preciso possibile il bersaglio e ridurre il più possibile la dose a livello degli organi sani circostanti. Naturalmente, per fare questo, i macchinari devono essere molto avanzati e di elevata tecnologia e per questo motivo andrebbero rinnovati periodicamente, perché il progresso tecnologico è continuo e un macchinario che ha 10-15 anni di vita è considerato obsoleto».

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